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reato

di Andrea Orabona

L’utilizzo fraudolento di carni di cavallo in alcuni prodotti alimentari – recentemente diramato dai maggiori quotidiani a tiratura nazionale – impone un doveroso innalzamento del livello di attenzione del sistema di compliance aziendale, con particolare riguardo alla prevenzione dal pericolo di commissione in seno agli enti operanti nello specifico settore industriale dei reati di frode in commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine ex artt. 515 e 516 del Codice penale.

(di Andrea Orabona)

Si riporta di seguito l’intero apparato motivazionale della celeberrima sentenza – n. 35729 del 1° agosto 2013 – pronunciata dalla Sezione feriale penale della Corte di cassazione nei confronti dell’On. Silvio Berlusconi (+3) per la commissione del reato di c.d. “frode fiscale” previsto e punito dall’art. 2 D. Lvo n. 74/2000.

di Elżbieta Żywucka – Kozłowska* (Traduzione dalla lingua polacca di Jolanta Grębowiec Baffoni)

Ogni costrutto reale ha le proprie basi concettuali. Non si otterrebbe granché senza un’idea e senza un progetto. Nella nostra realtà mutevole le nuove soluzioni sono sempre più indispensabili e ciò che una volta era assolutamente nuovo, oggi è ovvio e innegabile. Un frammento del passato, dell’esperienza e delle conclusioni che né derivano, oggi sono la base dei nuovi studi e delle ricerche per le conquiste future.

di Jolanta Grębowiec Baffoni

1. Due facce della stessa medaglia

Nella storia della Legge è possibile distinguere la comparsa di determinati concetti normativi, introdotti e riconosciuti dagli organi competenti, o per il comune riferimento all’obbedienza morale o per l’assoluta autorità di Dio, e di teorie con funzione di punto di riferimento per gli individui e le società, che spaziano dalla filosofia antica attraverso il Cristianesimo fino alle ideologie, che nascono nella ricerca del bene, inteso conformemente ai principi e alle tendenze del momento, e talvolta muoiono per la loro inefficienza o addirittura per la loro assurdità.

Stretta della Corte di cassazione sugli imprenditori che trasferiscono nei paradisi fiscali le loro società per pagare meno tasse in Italia. La sentenza n. 7739 della Terza sezione penale depositata ieri ha annullato il non luogo a procedere deciso dal Gup di Milano nell’aprile 2011 nei confronti degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana e altri imputati e affermato che quando le alchimie societarie «si concretizzano nell’infedeltà dichiarativa, il comportamento elusivo non può essere considerato tout-court penalmente irrilevante», anche quando manca, come in effetti manca nel nostro ordinamento, una espressa previsione penale che sanziona l’abuso del diritto.

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