Fiat Money: la fiducia come fondamento del sistema economico / Monnaie fiduciaire: la confiance comme fondement du système économique
La moneta fiduciaria, anche definita fiat money , è un mezzo di pagamento non vincolato da riserve auree e metalli preziosi, dunque privo di valore economico intrinseco. Il valore delle valute fiduciarie, inoltre, è assicurato dalla Banca centrale del paese che, come ente regolatore della politica monetaria, gestisce e coordina il valore della valuta, garantendone la stabilità.
I 50€, ad esempio, che abbiamo nel portafoglio, intrinsecamente non hanno alcun valore economico e finanziario ma, dal momento che vengono emessi dalla Banca centrale del paese, assumono valore accettato da tutti gli agenti economici. La Banca centrale, come autorità di politica monetaria, ha l’arduo, quanto delicato, compito di tutelare e preservare la stabilità della valuta.
La Banca centrale europea, ad esempio, ha, da statuto, l’obiettivo di garantire la stabilità dei prezzi, fissata in un tasso d’inflazione inferiore ma prossimo al 2%. Notiamo come, nelle nostre banconote, vi sia, oltre al motivo architettonico europeo, la bandiera dell’Unione europea e la firma del presidente della Banca centrale. Questi due elementi, infatti, testimoniano la garanzia dell’autorità monetaria nel tutelare, e difendere, la stabilità della valuta.
Qualora, però, i mercati finanziari iniziassero a dubitare, circa l’affidabilità e l’autorevolezza della Banca centrale, la valuta del Paese può perdere di valore e deprezzarsi in modo significativo. La fiducia, perciò, è alla base della scienza economica poiché, senza di essa, l’intero sistema economico rischierebbe di implodere e collassare. La parola fiducia, inoltre, testimonia “ confidenza ” e “ credibilità ”. Alla base dell’economia, che altro non è che lo studio dei rapporti sociali degli esseri umani, vi è dunque la fiducia.
Senza fiducia non vi sono relazioni né di carattere economico né sociale.
Una volta persa la fiducia, dunque, è molto difficile recuperarla e, ovviamente, ciò implicherà ripercussioni di carattere etico e morale. Come affermato dal Prof. Umberto Galimberti, filosofo e psicanalista, il concetto di libertà confligge con quello di identità. Ognuno di noi, infatti, avendo una propria identità, che ne definisce e completa la personalità, non è per definizione libera.
La fiducia sociale, dunque, si fonda sul fatto che le identità, degli individui, si mantengono costanti nel tempo e non vengono alterate da fattori esogeni. Nel caso in cui, ad esempio, la nostra identità deviasse e mutasse dal suo equilibrio tradizionale, verrebbe meno la fiducia e la credibilità nei nostri confronti.
La Bce, ovvero la Banca centrale europea, non è libera di agire ed attuare liberamente la propria politica monetaria, in quanto vincolata, da statuti legislativi, al rispetto e alla salvaguardia della stabilità dell’euro. Qualora, infatti, snaturasse la sua identità la Bce perderebbe, inevitabilmente, fiducia e credibilità da parte dei mercati e delle istituzioni finanziarie. I contanti, e il denaro, che impieghiamo quotidianamente nelle nostre transazioni, sostanzialmente, hanno valore, economico e finanziario, in quanto una qualche autorità, come lo Stato o la Banca centrale, ne decreta, e sancisce, il valore.
La Banca centrale, nel suo bilancio patrimoniale, ferma ingenti risorse di valuta estera, al fine di difendere, se vi fossero tensioni e minacce di carattere finanziario alla valuta domestica, la stabilità dell’euro. Nel caso in cui, però, la Banca centrale non fosse più in grado di mantenere, e garantire la stabilità della valuta, la valuta domestica del paese, progressivamente, perderebbe pentitamente il suo valore. Un deprezzamento della valuta, a causa della graduale e progressiva perdita di fiducia da parte dei mercati finanziari, può condurre seriamente a tensioni inflazionistiche come accadde, ad esempio, nella Repubblica Tedesca di Weimar nel 1922.
In economia, dunque, è bene sottolineare come sussista una profonda differenza tra:
- Valore nominale;
- Valore reale.
Il valore nominale di una moneta, infatti, rappresenta esclusivamente il valore facciale impresso sulla valuta.
Una moneta, per poter essere considerata tale, deve godere di 3 proprietà:
- Riserva di valore;
- Unità di conto;
- Mezzo di pagamento.
Una banconota da 100€, ad esempio, rappresenta unità di conto, riserva di valore e mezzo di pagamento per un importo di 100€. Il prezzo, in economia, altro non è che l’incontro, a livello matematico ed analitico, tra la curva di domanda e di offerta che mancano, e delineano, il funzionamento del mercato.
Il valore reale, invece, testimonia il “ potere d’acquisto ” di una suddetta valuta. Matematicamente parlando, dunque, è possibile riportare la seguente espressione:
M/P = Valore reale della valuta, ovvero ponderato sulla base dei prezzi di beni/servizi nell’economia.
La carenza di fiducia nell’economia causerebbe, certamente, tensioni inflazionistiche, con un graduale aumento delle tensioni sociali, della disoccupazione e del disordine. Il valore, e la stabilità, di una valuta, dunque, è tale se, essenzialmente, accettato dalla comunità economica di riferimento. Se gli agenti economici, infatti, iniziassero a dubitare, circa la stabilità della stessa, richiederebbero progressivamente quantità superiori di denaro, per poter sopperire alla graduale perdita del potere d’acquisto. Gli scambi commerciali, ed economici, avvengono solo ed esclusivamente se vi è credibilità e fiducia riguardo al fatto che, in futuro, gli agenti economici potranno replicare gli scambi con la suddetta moneta.
Traduzione in francese a cura di Alessandro Iuliano.
La monnaie fiduciaire, également appelée en anglais fiat money, est un moyen de paiement qui n’est pas lié à des réserves d’or ou de métaux précieux, et donc dépourvu de valeur économique intrinsèque. La valeur des monnaies fiduciaires est en outre garantie par la Banque centrale du pays, qui, en tant qu’autorité régulatrice de la politique monétaire, gère et coordonne la valeur de la monnaie, en assurant sa stabilité.
Les 50 €, par exemple, que nous avons dans notre portefeuille, n’ont intrinsèquement aucune valeur économique et financière, mais, puisqu’ils sont émis par la Banque centrale du pays, ils prennent une valeur acceptée par tous les agents économiques. La Banque centrale, en tant qu’autorité de la politique monétaire, a la tâche ardue et délicate de protéger et préserver la stabilité de la monnaie.
La Banque centrale européenne, par exemple, a pour objectif statutaire de poursuivre la stabilité des prix, fixée à un taux d’inflation inférieur mais proche de 2 %. Nous remarquons que, sur nos billets, il y a, en plus du motif architectural européen, le drapeau de l’Union européenne et la signature du président de la Banque centrale. Ces deux éléments témoignent, en effet, de la garantie de l’autorité monétaire dans la protection et la défense de la stabilité de la monnaie.
Cependant, si les marchés financiers commençaient à douter de la fiabilité et de l’autorité de la Banque centrale, la monnaie du pays pourrait perdre de sa valeur et se déprécier de manière significative. La confiance, par conséquent, est à la base de la science économique, car sans elle, tout le système économique risquerait d’imploser et de s’effondrer. Le mot confiance, en outre, témoigne de « confiance » et de « crédibilité ». À la base de l’économie, qui n’est autre que l’étude des relations sociales entre les êtres humains, il y a donc la confiance.
Sans confiance, il n’y a ni relations économiques ni sociales.
Une fois que la confiance est perdue, il est donc très difficile de la récupérer et, bien sûr, cela entraînera des répercussions éthiques et morales. Comme l’a affirmé le Prof. Umberto Galimberti, philosophe et psychanalyste, le concept de liberté entre en conflit avec celui d’identité. Chacun de nous, en effet, ayant une identité propre, qui définit et complète sa personnalité, n’est pas, par définition, libre.
La confiance sociale repose donc sur le fait que les identités des individus restent constantes dans le temps et ne soient pas altérées par des facteurs exogènes. Dans le cas où, par exemple, notre identité dévierait et changerait de son équilibre traditionnel, la confiance et la crédibilité envers nous disparaîtraient.
La BCE, c’est-à-dire la Banque centrale européenne, n’est pas libre d’agir et d’appliquer librement sa politique monétaire, car elle est soumise, par des statuts législatifs, au respect et à la préservation de la stabilité de l’euro. Si elle venait à dénaturer son identité, la BCE perdrait inévitablement la confiance et la crédibilité des marchés et des institutions financières. Les billets de banque et l’argent que nous utilisons quotidiennement dans nos transactions ont, en fait, de la valeur économique et financière car une autorité quelconque, comme l’État ou la Banque centrale, en déclare et en établit la valeur.
La Banque centrale détient dans son bilan des ressources considérables de devises étrangères afin de défendre, en cas de tensions et de menaces financières à la monnaie nationale, la stabilité de l’euro. Toutefois, si la Banque centrale n’était plus en mesure de maintenir et de garantir la stabilité de la monnaie, la monnaie nationale du pays perdrait progressivement et rapidement sa valeur. Une dépréciation de la monnaie, due à la perte progressive de confiance des marchés financiers, pourrait sérieusement conduire à des tensions inflationnistes, comme cela s’est produit, par exemple, en République de Weimar en Allemagne en 1922.
En économie, il convient donc de souligner qu’il existe une différence profonde entre :
- Valeur nominale ;
- Valeur réelle.
La valeur nominale d’une monnaie représente en effet exclusivement la valeur faciale imprimée sur la monnaie.
Pour qu’une monnaie soit considérée comme telle, elle doit posséder 3 propriétés :
- Réserve de valeur ;
- Unité de compte ;
- Moyen de paiement.
Un billet de 100 €, par exemple, représente une unité de compte, une réserve de valeur et un moyen de paiement pour un montant de 100 €. Le prix, en économie, n’est autre que la rencontre, à un niveau mathématique et analytique, entre la courbe de la demande et de l’offre qui définissent et délimitent le fonctionnement du marché.
La valeur réelle, quant à elle, témoigne du « pouvoir d’achat » d’une monnaie donnée. Mathématiquement parlant, il est donc possible d’exprimer la relation suivante :
M/P = Valeur réelle de la monnaie, c’est-à-dire pondérée en fonction des prix des biens/services dans l’économie.
Le manque de confiance dans l’économie entraînerait certainement des tensions inflationnistes, avec une augmentation progressive des tensions sociales, du chômage et du désordre. La valeur et la stabilité d’une monnaie sont donc telles que, essentiellement, elles sont acceptées par la communauté économique de référence. Si les agents économiques venaient à douter de sa stabilité, ils commenceraient progressivement à demander des quantités supérieures d’argent pour compenser la perte graduelle du pouvoir d’achat. Les échanges commerciaux et économiques n’ont lieu que s’il y a crédibilité et confiance quant au fait que, dans le futur, les agents économiques pourront répéter ces échanges avec la même monnaie.