La descrizione del lessico nell'analisi linguistica del documento sull'esempio della lettera d'addio del suicida
di Jolanta Grębowiec Baffoni
Le tecniche investigative si servono di diverse discipline scientifiche, che permettono di ricostruire l’identikit della persona. Fra queste indubbiamente sono da annoverarsi anche le scienze linguistiche, poichè il linguaggio, come parte irrepetibile ed individuale di ogni persona, è un “organismo” vivo: cresce con noi, matura, muta in relazione con il nostro ambiente, con lo stile di vita, con le tendenze del tempo.
L’analisi linguistica del documento fa parte degli studi sull’analisi del documento, per questo motivo è indispensabie la preparazione del perito della scrittura (grafologo o psicologo), sui generi letterari, sulla qualità della comunicazione, sulle tendenze linguistiche (in relazione all’ambiente, all’età, alla professione, al ruolo sociale, ecc.).
In questo articolo vorrei brevemente descrivere i principi delle tecniche di analisi linguistica proposte presso la Cattedra di Criminalistica dell’Università di Wrocław in Polonia, nell’ambito di Master in Perizia dei Documenti, assumendo ad esempio alcune lettre d’addio dei suicidi.
L’attività della Cattedra di Criminalistica si basa su un sistema di rete che coinvolge diversi Istituti Scientifici dell’Università di Wrocław e delle altre Università e Laboratori Investigativi della Polizia. Nell’ambito delle ricerche linguistiche nel campo della criminologia e criminalistica la Cattedra di Criminalistica collabora strettamente con l’Istituto della Lingua Polacca Moderna e dell’Istituto della Filologia Polacca presso l’Università di Wrocław. Gli studi sulle lettere d’addio dei suicidi sono stati condotti da Monika Zaśko Zielińska, nella ricerca La descrizione del lessico nell’analisi del documento (Opis słownictwa w analizie dokumentu), per le esigenze degli studiosi e degli esperti della scrittura.
Lo studio pone l’attenzione sull’analisi del livello lessico che è uno degli elementi di analisi del documento. A questo scopo la studiosa cerca di avvicinare la problematica dello studio del linguaggio nelle analisi dei documenti e descrive l’importanza del catalogo linguistico-contenutistico, che è comunemente utilizzato nella perizia della scrittura.[i] Il catalogo è composto da due parti principali intitolate: 1) La struttura del linguaggio e 2) Il contenuto. Il livello lessicale nell’ambito della struttura del lignuaggio comprende quattro sottotitoli:
– Il lessico conforme con la norma polacca,
– Il lessico ambientale (sublinguaggi),
– Altri caratteristici fenomeni lessici (il linguaggio ricco quntitativamente e qualitativamente, ecc.)
– La presenza delle abbreviazioni e delle sigle.[ii]
Per l’analisi del lessico bisogna considerare sicuramente anche alcuni elementi del contenuto: il tema (in questo senso sono stati distinti: i temi comunemente conosciuti, i temi conosciuti nell’ambiente, i temi specialisitici, i temi individuali) il grado di conoscenza dell’argomento (generale, particolare), l’attegiamento emotivo dell’autore (neutro, positivo, negativo).
Ogni risoluzione che è il risultato della descrizione terminologica può essere sorretta dalle conclusioni d’analisi degli altri livelli considerati nel catalogo, quindi grazie alla correlazione dei dati si può preparare anche la descrizione del testo che per i motivi delle sue piccole dimensioni non dà le basi per le analisi statistiche. Oltre alla descrizione qualitativa l’autrice pone l’attenzione sulla descrizione quantitativa del lessico.
Fra la libertà, la costrizione e le possibilità del mittente
Uno dei limiti principali nella scelta delle parole nel contesto sono le regole della struttura del genere realizzato. Nell’analisi criminalistica del linguaggio del documento bisogna porre l’attenzione sulle possibilità del mittente, le manifestazioni della coscienza linguistica, l’esperienza comunicativa e le abitudini linguistiche.
Per un’analisi oggettiva la ricercatrice suggerisce lo schema di comunicazione proposto da Catherina Kerbart Orecchioni che prende in considerazione due tipi di filtri essenziali durante la trasmissione e la ricezione del comunicato, chiamati “le costrizioni del mondo del discorso”. Ne appartengono: le costrizioni stilo-tematiche e le condizioni della comunicazione[iii].
Per una esposizione più chiara la ricercatrice dell’Università di Wroclaw presenta il genere che interessa gli studiosi di criminalistica, qual é la lettera d’addio del suicida.
Le costrizioni del genere
La lettera d’addio, nella riflessione teorica, è il genere al quale viene dato spazio soltanto in alcuni studi nell’ambito della legge e della psicologia[iv]. Tuttavia, il principio della vicinanza nell’ambito del genere di alcuni tipi di interventi, permette di utilizzare gli studi relativi ad altri altri generi, fra l’altro al testamento[v] che, così come la lettera d’addio, è connesso con la morte; alla lagnanza[vi], come il modo di espressione delle emozioni negative e alla lettera la cui struttura viene utilizzata nel genere delle lettere d’addio. Il contesto della situazione di realizzare la lettera d’addio colloca questo genere accanto alla lettera privata, racconta i vissuti dell’autore, le sue confidenze, le lagnanze scritte ed orali.[vii] Spesso i modi d’espressione nominati sopra precedono il suicidio e sono realizzati in forma verbale (la conversazione con i cari) o in forma scritta (gli scritti prima della morte).
La terminologia tematica
Il contenuto della lettera d’addio deve essere analizzato nel contesto delle costrizioni del genere letterario, che in questo caso indicano chiaramente il tema della comunicazione. Władysław Wójcik ha distinto quattro ambiti tematici del genere delle lettere d’addio dei suicida: a) l’ultima volontà – restituzione dei debiti, regolarizzazione degli impegni, per esempio restituzione di qualche oggetto, b) il motivo del suicidio, c) “i colpevoli” del suicidio, d) l’estremo saluto a persone più care.[viii]
In base alla descrizione del modello massimale del testamento si possono segnalare le più particolari indicazioni tematiche che riguardano l’ultima volontà:
– la motivazione dello scrivere la lettera (la decisione del suicidio, la consapevolezza della necessità di riordinare le facende prima di morire, il bisogno di prevenire dei contrasti in famiglia)
– le disposizioni riguardanti il funerale;
– le disposizioni riguardanti i beni materiali;
– la dichiarazioni sugli impegni finanziari, la menzione dei debitori;
– la richiesta di pagamento dei debiti;
– la designazione dell’assistenza sui figli;
– le richieste riguardanti l’educazione dei figli; indirizzate al compagno (compagna) e alla famiglia;
– ammonimenti, consigli di carattere morale indirizzati ai figli;
– il perdono ai colpevoli;
– la richiesta di perdonare le colpe;
– la richiesta di assistenza per la famiglia;
– richieste, disposizioni, imposizioni per gli altri riguardanti lo stato dopo la morte del mittente[ix].
La scelta dei mezzi linguistici che permettono di descrivere il motivo del suicidio corrisponde con alcuni elementi del modello della lagnanza orale:
– l’espressione dello stato emotivo negativo del mittente (“mi sento male”);
– la causa di questo stato (L. Bednarski fra le cause del suicidio elenca[x]: un’invalidità permanente, le contese in famiglia, le delusioni d’amore, un infortunio, una malattia psichica[xi], la depressione) connesse con una negativa valutazione della realtà;
– l’indicazione dei colpevoli[xii];
– la visione del futuro (la vita dopo la morte, la vita della famiglia dopo la morte del suicida).
Vale la pena di porre l’attenzione che la struttura massimale del modello del generre è una raccolta ipotetica degli elementi di carattere aperto.
Le singole concretizzazioni del genere possono prendere in considerazione soltanto alcuni campi tematici o introdurre nuovi, condizionati dalla situazione vitale del mittente[xiii]. Tuttavia soltanto la conoscenza delle costrizioni tematiche del genere permette di valutare il contenuto del testo, quindi riconoscere se la tematica presentata nella formulazione è conosciuta comunemente, conusciuta nell’ambiente, specialisticamente o individualmente.
Le condizioni della comunicazione
Il secondo fattore che decide sulla forma linguistica del comunicato sono le condizioni che influiscono sulla realizzazione del testo. Il coinvolgimento della lettera d’addio nel contesto situazionale è talmente forte che molto spesso, senza la connessione di questi due elementi, non si riusirebbe a classificare il testo al genere analizzato (per esempio “Questa è l’ultima bottiglia” – la scritta sull’etichetta della bottiglia di vodka[xiv]). Nel comunicato possono svanire alcuni elementi dell’ambito della lettera, poiché le circostanze del ritrovamento del testo, l’organizzazione materiale dello spazio sostituiscono le informazioni verbalizzate sul luogo o sul mittente. Il contesto della realizzazione della lettera, cioé lo stato emotivo e fisico del mittente, i mezzi scrittori e il tipo della superficie (ciò che si trova sul luogo, ciò che il mittente ha con sé, per esempio: penna, matita, colore a matita, fiamifero; il foglio di carta dell’agenda, del quaderno, la carta per le lettere, tovagliogo, stampe, fotografie, etichette, terra, neve) decidono di una forma semplicistica del testo, della sua abbreviazione, della caoticità del contenuto, delle ripetizioni. La lettera d’addio può essere scritta anche prima ed avere i suoi modelli in forma di annotazioni. In quelle circostanze la lettera di solito è più lunga, ma scritta spontaneamente ci informa anche dello stato emotivo del mittente.
Sembra che si possa parlare dei due varianti del genere della lettera d’addio, che si distinguono per la parte stilistica e sono derivanti 1) dal modo di vivere le emozioni da parte del mittente (per esempio l’influenza del carattere, dell’età, del sesso), 2) oppure dall’intensità di queste emozioni. Si tratta dei varianti contrastanti fra di loro: uno molto espressivo, simile alla confidenza del lamento, alla confessione, all’addio, alla richiesta del perdono, e secondo moderato, concreto – simile al testamento o al rapporto, all’ordine (per esempio: “Chiedo di ristituire i seguenti debiti che ho contratti” – W.W. 784; “Seppellitemi senza il prete” –WW.- 784; “La lettera: il rapporto dell’ultimo momento della vita”– W. W. 788). Questi due modi della concretizzazione del genere che si riflettono espressamente nella parte lessicale (ed anche sintatica) del testo possono essere un’indicazione durante la verifica del mittente del testo, poiché la lettera può essere scritta dal suicida, dettata al mittente, scritta da un’altra persona per la volontà dell’ideatore o contro la sua volontà. Disomogeneità stilistica del testo può comprovare la partecipazione delle altre persone nella realizzazione del comunicato e il modo caratteristico dell’espressione è un’indicazione preziosa nel confronto del materiale comparativo in cui le emozioni possono essere espresse in stile patetico, cerimoniale (desidero andarmene, sepolcro, vivo la tristezza dell’anima – forma poetica) oppure comunemente anche con la presenza dei vulgarismi. Il vivere delle situazioni estreme è espresso dai diversi mezzi lessici:
– la terminologia relativa ai valori vitali negativi (morte, morire, perire);
– eufemismi: morire – andarsene (devo andarmene, me ne vado da questo mondo), fine; il suicidio, – questo, ( mi è difficile decidere su questo, devo fare questo, ho paura di fare “questo”), togliersi la vita, andarsene per sempre, finire con sé, finire la vita; la morte – fine [xv], non riuscire a svegliare qualcuno. Un’importanza particolare nella lettera d’addio presenta la parola utlimo (ultime parole, ultima volta).
– le espressioni colloquiali in cui le parolacce (tutto per il culo – la parolaccia corrispondente in polacco a “tutto per il nulla”)
– le parole con l’elemento semantico che riflette l’intensità, la massimilizzazione: (przerastać – superare nel senso “questo supera le mie forze” – aggiungento il prefisso “prze- ” davanti al verbo[xvi] per ‘intensificare l’attività spesso eccessiva, danneggiante’[xvii]); gli avverbi (troppo, fin troppo); per niente, del tutto (intensificazione della negazione)
– le parole modali esprimenti costrizione, necessità: dovere – ‘significa la costrizione assoluta: oggettiva per i motivi agli impegni di servizio o morali[xviii]; dovrebbe ‘si riferisce al dovere meno assoluto della costrizione, che di solito risulta dalle norme sociali oppure dalle successioni logiche degli avvenimenti’[xix].
Un’altra condizione della comunicazione sono le possibilità del mittente tra le quali bisogna includere la capacità di sottometersi alla norma del genere del testo e alle indicazioni situazionali. Al carattere individuale del testo contribuiscono le manifestazioni della lingua personale, cioè le abitudini linguistiche che si rivelano nella lettera d’addio soprattutto nell’utilizzo dei nomi delle persone (descrizioni dei membri di famiglia, indicazioni dei colpevoli[xx]) oppure nell’utilizzo dello stile comune caratterizzato dall’esspressione personale.
I mezzi lessicali scelti (sull’esempio di una lettera d’addio)
La scelta dei mezzi lessicali che servono a riempire il modello è dimostrato dalla ricercatrice sull’esempio di un testo concreto preso dallo studio di Leszek Bednarski[xxi]. La lettera è stata divisa dalla studiosa in frammenti che corrispondono agli elementi del modello, perciò si può notare la prevalenza dell’influenza del testamento nella realizzazione del genere.
La domanda che riguarda lo stato dopo la morte del mittente | La mia ultima volontà è che la mia figliola riposi accanto alla mia tomba. |
Gli ordini riguardanti il funerale | Voglio avere il funerale come la gente. |
Disegnazione dell’assistenza sul figlio | Date la figliola a Józek. |
Il motivo della decisione del suicidio | Me ne vado da questo mondo perché non riesco a sopportare il mio destino che mi è stato preparato. |
Il perdono ai colpevoli | Perdono tutto a tutti. |
La richiesta di essere perdonato | Amo la figliola e la chiedo di perdonarmi. |
Il motivo della decisione del suicidio | La malattia e la tragedia mi hanno spinto a fare questa cosa. |
La firma ZofiaLa motivazione di scrivere la lettera Vado all’incontro con Dio.Gli ordini riguardanti i beni materialiI beni materiali li lascio a Janek.Gli ordini riguardanti il funerale. Vestirmi con quel che è preparato.
La scelta del variante del genere che si avvicina al testamento può risultare dall’età del mittente (può dare gli ordini sui beni materiali), dal ruolo sociale (è il genitore, vuole curare il destino del bambino) e al sistema dei valori dell’autore, alle sue convinzioni: crede che prima della morte bisogna ordinare i problemi terrestri. Nella lettera è stato indicato il motivo della decisione del suicidio; alcuni di loro li leggiamo subito, altri sono più nascosti. La situazione estrema e la sua influenza sul mittente è sottolineata dalle parole: malattia o tragedia, che indicano ‘un avvenimento molto sfortunato o una sitazione molto sfortunata che provocano sofferenza altrui, malattia e morte’. Una funzione simile compie la connessione delle parole non riesco a sopportare, che nel contesto del verbo sopportare informa che il mittente soffre nel corpo e nell’anima poiché non è in grado di reggere qualcosa di difficile, spiacevole e dannoso. [xxii] La causa del suicidio rivelata in questo modo corrisponde alla situazione descritta dalla psicologa B. Gawda (che si dedica all’analisi psicologica della scrittura e di cui gli studi ho piacere di presentare nella parte successiva del libro). Gawda descrive la situazione di sovraccarico, di eccesso degli stimoli che l’uomo non è più in grado di tollerare[xxiii]. Lo stato psichico dell’autrice della lettera d’addio, la sua impotenza, essere vittima è descritto anche dal verbo spingere[xxiv], che nel suo significato metaforico sottolinea mancanza di volontà, sottomisione ai sentimenti, alle situazioni e alle attività degli altri. Una funzione simile presenta la locuzione preparare a qualcuno il destino, che è conosciuta dal famosissimo libro “I medaglioni” di Zofia Nałkowska, ex prigioniera del lagher di concentramento di Auschwitz, che nel libro riporta i drammi dei detenuti, le sconvolgenti storie delle vittime che nelle mani dei loro carnefici e nella lotta per la sopravvivenza perdono la dignità umana. Il motto del libro è la frase: L’uomo all’uomo ha preparato questo destino”. L’espressione molto forte dello stato emotivo della donna è la mancanza di indicazione dei colpevoli, ciò viene rafforzato dalla forma impersonale del verbo preparato (‘Me ne vado da questo mondo perché non riesco a sopportare il mio destino che mi è stato preparato’) e l’informazione del perdonare a tutti senza eccezioni – perdono tutto a tutti.
Sono significativi anche le descrizioni della morte, del suicidio che nella lettera si manifestano soltanto in forma di eufemismi: me ne vado da questo mondo, – la malattia e la tragedia mi ha spinto di fare questa cosa, oppure vado all’incontro con dio. Anna Dąbrowska che si dedica allo studio sugli eufemismi scrive che il suicidio è il fenomeno tanto più eufemizzato quanto più è doloroso per quelli che ne parlano[xxv]. Gli eufemismi utilizzati nella lettera d’addio citata, rispecchiano lo stato dei sentimenti e delle emozioni dell’autrice: il dolore e la paura, ma nello stesso rispecchiano il mondo dei valori della scrivente. La morte viene familiarizzata attraverso le immagininazioni della vita dopo la morte – (l’incontro con il signore), e il suicidio può rimanere indefinito come tale, poiché è un’infrazione contro le regole della fede, di ciò l’autrice se ne rende conto, quindi chiede il funerale come la gente (come una persona umana, ‘normalmente, decentemente, per bene, come si deve’) [xxvi].
Sulla coscienza etica della mittende testimonia il perdono ai colpevoli e la religiosità come valore, anche dimensione esteriore è sottolineata dagli ordini riguardanti il funerale (Voglio il funerale come le gente, vestirmi in quel che è preparato).
Nella lettera analizzata la gravità della situazione conforme al genere (il testamento) si manifesta nelle parole la mia ultima volontà è – ciò sottolinea il tono dell’espressione patetica e cerimoniale delle parole: giacere, tomba, preparare (zgotować)[xxvii], destino ai quali nei vocabolari vengono attribuite le qualifiche letterarie. Nel testo troviamo anche alcune eccezioni da questo stile: andare, andare all’altro mondo (nel vocabolario è qualificato come detto neutro), preparare (przygotować– l’esspressione comune), come gente (il variante comune come uomo), comune dare qualcuno a qualcheduno. Insieme con le diminuzioni dei nomi delle persone: figliola, Janek (diminutivo di Jan), Józek (diminutivo di Józef) le espressioni citate si possono classificare alle abitudini linguistiche dell’autrice. Vale la pena sottlineare che molto spesso è difficile per i mittenti mantenere uno stile omogeno. Quando le emozioni prendono il sopravvento l’uficialità del comunicato muta in patos (spesso riguarda le persone giovani) oppure contrasta con il lessico comune.
In testo citato l’emotività dell’espressione la troviamo nel significato delle parole, nel caos del testo (il riprendere i temi tralasciati) e in abbreviazioni che si esprime nella mancanza delle connessioni del testo, soprattutto delle connessioni fra le frasi.
Il riferimento al genere letterario permette di cercare le caratteristiche individuali dell’autore, valutare le sue competenze (quindi anche lo stile e il variante del genere) e di condurre l’analisi del contenuto. La scelta dei mezzi lessicali può essere valutata nel contesto, nello stile ma anche nella risorsa degli elementi linguistici possibili da utilizzare, per esempio nella lettera d’addio la caratteristica negativa della realtà è espressa dalla particella negativa no, al formante no-, ai pronomi negativi (nessuno, niente, mai, da nessuna parte) senza, agli indizi di connessione (e, ma, però, soltanto), all’opposizione (prima- una volta, gente – animali).
Altri: aspetto della morte – religioso – cerimonia, ecc. – e la loro profilattura riflette il punto di vista del soggetto.
Un altro contesto metodologico nella descrizione del lessico è il riferimento alla concezione del lessico interflessibile che in modo espressivo permette di separare una parte del lessico personale nel testo analizzato. Il limite fra la risorsa comune e personale non deve però trovarsi fra le unità lessicali specifiche ma si può connettere anche con le profilatture dei significati delle parole nel testo analizzato, che nascono nell’ambito di un tipo di conoscenza e sono conformi alle necessità dal punto di vista del soggetto.
La struttura della lettera d’addio analizzata[xxviii]
Prośba dotycząca stanu po śmierci nadawcy | Ostatnią moją wolą jest to, żeby córcia spoczęła obok mojej mogiły. |
Rozporządzenia dotyczące pogrzebu | Chcę mieć pogrzeb taki jak ludzie. |
Wyznaczenie opieki nad dzieckiem | Córcię oddać do Józka. |
Przyczyna decyzji o samobójstwie | Odchodzę z tego świata bo nie mogę znieść swego losu, jaki mi zgotowano. |
Wybaczenie winowajcom | Wszystkim wszystko wybaczam. |
Prośba o darowanie win | Kocham córcię i proszę ją o wybaczenie. |
Przyczyna decyzji o samobójstwie | Choroba i tragedia mnie do tego pchnęła. |
Podpis ZofiaUzasadnienie pisania listuIdę na spotkanie z bogiem.Rozporządzenie dotyczące majątkuMajątek zostawiam Jankowi.Rozporządzenia dotyczące pogrzebuUbrać mnie co naszykowane.
La domanda che riguarda lo stato dopo la morte del mittente | La mia ultima volontà è che la mia figliola riposi accanto alla mia tomba. |
Gli ordini riguardanti il funerale | Voglio avere il funerale come la gente. |
Disegnazione dell’assistenza sul figlio | Date la figliola a Józek. |
Il motivo della decisione del suicidio | Me ne vado da questo mondo perché non riesco a sopportare il mio destino che mi è stato preparato. |
Il perdono ai colpevoli | Perdono tutto a tutti. |
La richiesta di essere perdonato | Amo la figliola e la chiedo di perdonarmi. |
Il motivo della decisione del suicidio | La malattia e la tragedia mi hanno spinto di fare questa cosa. |
La firma ZofiaLa motivazione di scrivere la lettera Vado all’incontro con il dio.Gli ordini riguardanti i beni materialiI beni materiali lascio a Janek.Gli ordini riguardanti il funerale. Vestirmi con quel che è preparato.
L’analisi della lettera d’addio presentata è un esempio di possibilità di analisi linguistica dei testi scritti. Tale analisi può permettere di avvalorare le opinioni dei periti e spesso diventa una chiave per identificare l’autore effettivo del testo, soprattutto nei testi eseguiti con i mezzi meccanici, ma anche nei manoscritti nei quali non esistono correlazioni intellettuali, sociali o individuali in riferimento all’analisi del gesto grafico e del contenuto del documento. Bisogna tener presente i documenti scritti da due persone, quando una di queste è l’autore del contenuto e l’altro realizza il gesto scrittorio.
Le ricerche nel campo linguistico svolte dalla Cattedra di Criminalistica in collaborazione con l’Istituto della Lingua Polacca e con l’Istituto della Filologia Polacca hanno per obiettivo l’approfondimento linguistico dei documenti nei contesti situazionali personali, comuni e spazio – temporali. La vastità delle ricerche esige una conoscenza profonda della lingua polacca, della sua storia e dei suoi mutamenti in relazione alle influenze storico-geografiche e tendenziali, dei dialetti e modi comuni di espressione, ma anche delle lingue straniere nel loro contesto storico e situazionale, come origine dei neologismi e dei modi di espressione particolari nella lingua comune o nei modi di dire personali ed ambientali. La vastita dei temi delle analisi linguistiche nel campo criminalistico esigerebbe una pubblicazione a parte, tuttavia spero che gli articoli presentati siano sufficienti per fare luce sulle ricerche svolte e sulla loro dinamica.
[i] Feluś A.: Identyfikacja kryminalistyczna na podstawie języka pisanego (Identificazione criminalistica in base alla lingua scritta), Kraków 2000, s. 102 –103.
[ii] Idem p.102.
[iii] Kita. M.: Wywiad prasowy. Język – gatunek – interakcja (Intervista giornalistica. Lingua – genere – interazione) Katowice 1998, p. 24.
[iv] Wójcik W.: Listy pożegnalne samobójców (Le lettere d’addio dei suicida)„Problemy kryminalistyki” nr 46, 1963, s. 780-79; Bednarski L.: Listy pożegnalne samobójców, [w:] Nowa kodyfikacja prawa karnego, (Le lettere d’addio dei suicida [in:] Nuova codificazione del codice penale) t. IV, Wrocław, 1999, s. 289-300; B. Gawda, Archetyp śmierci – listy samobójców, [w:] Problemy współczesnej tanatologii II, (L’archetipo della morte – le lettere dei suicida, [in:] I problemi della tanatologia moderna II) sotto redazione di J. Kolbuszewski, Wrocław, 1998, s. 161-165.
[v] Żmigrodzka B.: Testament jako gatunek tekstu (Il testamento come il genere del testo) Katowice 1997.
[vi] Wyrwas K.: Skarga jako gatunek mowy, (La lagnanza come genere verbale) Katowice 2002.
[vii] idem, p. 28.
[viii] Wójcik W. p 783.
[ix] Żmigrodzka B.: pp. 89-92.
[x] Bednarski L.. p.. 296.
[xi] É piuttosto la causa oggettiva e non motivo che riferisce il mittente
[xii] Wyrwas K.: pp. 27-74.
[xiii] B. Żmigrodzka.: p. 92.
[xiv] Wójcik W. p. 784.
[xv] „La morte è la fine della vita nel pieno significato di questa parola. Invece la stessa parola fine ha molti significati – da qui la sua funzione di eufemizzazione” –. Dąbrowska A, Słownik eufemizmów polskich, czyli w rzeczy mocno, w sposobie łagodnie (Vocabolario degli eufemismi polacchi, ossia sulle cose forti coi modi amabili) Warszawa 1998, p. 135.
[xvi] Nella lingua polacca il prefisso “prze-” davanti alcuni verbi ha la funzione di rinforzo, di superamento di un concetto o di un’attività, per esempio “kroczyć” – camminare – “przekraczać” – superare camminando un percorso; “pić” – bere – “przepić” perdere i proprio beni bevendo alcool.
[xvii] Nowy słownik poprawnej polszczyzny PWN, (Il nuovo vocabolario della lingua polacca corretta PWN) sotto redazione Markowski A., Warszawa 1999, p. 1610.
Nagórko[xviii] A., Łaziński M., Burkhardt H., Dystynktywny słownik synonimów (Il distinto vocabolario dei sinonimi), Kraków 2004, p. 262.
[xix] idem.
[xx] I nomi delle persone: i nomi generici (per esempio: lei, lui, tu, voi, ognuno, nessuno, ambedue, tutti, gente); nel contesto dei fenomeni negativi (per esempio: bandita, delinquente, bugiardo, monello, assassino, imbroglione, ubriaccone, nemico, ladro); le relazioni familiari: (per esempio babbo/papà/padre, figlia, mamma/madre, sorella, fratello); le relazioni amichevole e sociali (vicino, amico, amica, collega, compagna); le relazioni di lavoro (direttore, presidente, dirigente, capo); i nomi propri (nomi – le forme diminuitive, abbreviate; cognomi).
[xxi] Bednarski L., p. 296.
[xxii] sopportare ossia – ‘se abbiamo sopportato qualcosa di difficile, spiacevole, dannoso, allora abbiamo resistito senza danni sul corpo e sulla psiche, non ribellandosi contro questa cosa’ – Inny słownik języka polskiego (L’altro vocabolario della lingua polacca) sotto redazione Bańka M., p.1357.
[xxiii] B. Gawda, p. 162.
[xxiv] spingere – ‘se qualche sentimento, circostanze o persone ci spingono in qualche stato, situazione oppure a qualche comportamente, causano che ci troviamo in quei stati, situazioni oppure ci comportiamo in quel modo’ – Inny słownik języka polskiego, p . 39; spingere – fortemente persuadere, convincere qualcuno, costringerlo a fare qualcosa, attirarlo’– Vocabolario della lingua polacca PWN.
[xxv]. Dąbrowska A, Eufemizmy,współczesnego języka polskiego, p. 106.
[xxvi] Anusiewicz J., Skawiński J, Słownik polszczyzny potocznej, p. 198.
[xxvii] La forma del verbo zgotować – preparare assume il significato piuttosto patetico, per esempio il Dio ha preparato per noi il posto nel paradiso,
[xxviii]. Bednarski L.: Listy pożegnalne samobójców, [w:] Nowa kodyfikacja prawa karnego, (Le lettere d’addio dei suicida [in] La nuova codificazione del diritto penale) sotto redazione Bogunia L. t.4., Wrocław 1999, s. 296.