Le novità del decreto flussi 2025 e le condizioni dei migranti lavoratori in Italia
Abstract: Nell’articolo si descrivono le funzioni e modalità del decreto flussi in Italia, focalizzandosi sulle principali novità di quello per il 2025, introdotte dal decreto legge n. 145/2024. Inoltre, si mostrano le criticità del tentativo, del decreto flussi, di regolarizzare il lavoro degli immigrati nel nostro Paese. Nel testo si desidera porre l’attenzione sulle caratteristiche dello straniero in Italia e sulle tipologie di lavoro svolte da quest’ultimo. Infine, si descrive il principale fattore d’attrazione degli immigrati verso il territorio italiano.
Il nuovo decreto flussi per il 2025
Il 24 ottobre 2024 è stata diramata la circolare congiunta – del Ministero dell’interno, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e infine del Ministero del turismo – recante le indicazioni operative sui flussi d’ingresso 2025 per lavoratori stranieri stagionali e non, alla luce delle modifiche introdotte dal decreto legge n. 145/2024; per l’anno 2025 sono stati autorizzati 70.720 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, 730 ingressi per lavoro autonomo e 110.000 ingressi per lavoro subordinato stagionale.
Il decreto legge n. 145/2024 semplifica e accelera le procedure per richiedere il nulla osta al lavoro da parte dei lavoratori stranieri, perché, da un monitoraggio effettuato dalla Presidenza del Consiglio e dai ministeri competenti, sono emerse irregolarità nell’applicazione dei meccanismi di ingresso nel corso degli anni. Quindi, nel nuovo decreto flussi per il 2025, le domande di nulla osta al lavoro verranno precompilate, così da ampliare i tempi per i controlli e consentire la regolarizzazione o l’esclusione delle domande non procedibili. Inoltre, ci sarà l’obbligo di conferma dell’interesse all’assunzione da parte del datore di lavoro, prima del rilascio del visto di ingresso al lavoratore straniero. Quindi, alla luce di questi cambiamenti, dal 1 al 30 novembre sarà possibile precompilare la domanda di nulla osta e le domande saranno inviate a partire dai “click day” previsti il 5, il 7 e il 12 febbraio 2025, a seconda della tipologia di lavoratori. Da regola – prima di instaurare un rapporto di lavoro subordinato non stagionale con cittadini residenti all’estero – i datori di lavoro dovranno verificare, presso il Centro per l’Impiego competente, l’indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale.
Le funzioni e le relative problematiche del decreto flussi
Il decreto flussi definisce il numero massimo (c.d. “quote”) di cittadini stranieri, provenienti dai Paesi extra Ue, che ogni anno possono fare ingresso in Italia dall’estero per lavorare. Nel decreto, vengono previste quote di ingresso distinte per i lavoratori stagionali, i lavoratori autonomi e i lavoratori subordinati non stagionali. La procedura si avvia dall’invio, da parte di un datore di lavoro italiano o straniero, regolarmente residente in Italia, della richiesta di nulla osta per l’assunzione di un lavoratore extracomunitario: trascorsi 60 giorni dall’invio delle domande, senza che siano emerse le ragioni ostative, il nulla osta viene rilasciato automaticamente ed inviato – in via telematica – alle Rappresentanze diplomatiche italiane dei Paesi di origine del lavoratore, che dovranno rilasciare il visto di ingresso entro trenta giorni dalla relativa domanda presentata dal cittadino straniero.
In questo modo, lo Stato cerca di regolare il lavoro degli immigrati qua in Italia; però, il tetto soglia del decreto flussi è inferiore al numero reale di lavoratori necessari per le attività economiche, per questo, i datori di lavoro assumono gli immigrati che erano già precedentemente in Italia, anche se irregolari. Infatti, le coste italiane sono raggiunte ogni anno da migliaia di migranti; solo dal 1° gennaio al 31 luglio 2024, sono giunte via mare 33.480 persone. I push factors principali di questo fenomeno sono la guerra, l’instabilità politica, la povertà, i regimi dittatoriali e le catastrofi naturali.
Il profilo tipico del migrante
L’immigrazione è selettiva, infatti, occorrono diverse risorse personali, sociali ed economiche per allontanarsi dal paese di origine: per questo, il migrante deve avere un proprio sapere migratorio, ovvero, possedere conoscenze e capacità di reggere e sostenere i rischi. Molti provengono dalle città, appartengono all‘élite giovanili e desiderano rompere con la cultura originaria. Quindi, pochi emigrano senza sapere dove andare; infatti, con la globalizzazione si hanno ampie informazioni sui paesi di arrivo e, soprattutto, le catene migratorie giocano un ruolo importante: esse sono reti di relazioni che legano gli immigrati ai loro connazionali, sia a quelli rimasti nel paese di origine, sia a quelli emigrati. Dal modello di inserimento occupazionale dei migranti si nota una grande differenza tra i lavori svolti da quest’ultimi nel loro paese di origine (altamente professionali) e il primo lavoro trovato in Italia, sempre di bassa qualità, soprattutto perché la necessità di lavorare spinge gli immigrati ad accettare qualsiasi lavoro. Purtroppo, dai dati risulta che anche i lavori successivi siano sempre di basso livello professionale: ciò si verifica perché ai migranti, nonostante l’alta scolarizzazione nel paese di origine, non vengono riconosciuti in Italia i loro titoli di studio. Per questo motivo, si parla del fenomeno di brain waste, ovvero di spreco di capitale umano e di sovraistruzione.
Qual è l’attrazione dell’Italia?
Dopo aver delineato il profilo del migrante in Italia, proviamo a rispondere ad un’altra domanda: perché il nostro paese attira i migranti? Spesso, l’immagine diffusa è che gli ingressi dei migranti siano troppi per mancanza di controlli, ma, in realtà, è perché c’è un’alta richiesta di manodopera straniera: ovvero, di lavoratori che siano disposti a svolgere attività manuali poco qualificate, che ormai non sono più occupate dagli italiani. Quindi, è proprio l’economia sommersa italiana (ovvero, quella che fugge da ogni controllo) a diventare un fattore di attrazione, infatti, gli immigrati scelgono l’Italia proprio perché è più facile trovare lavoro qui, soprattutto in modo irregolare. Quindi, l’immigrazione non diminuirà finché non si ridurrà l’economia sommersa del nostro paese, ma essa ha una funzione ben precisa: sopperire alle mancanze dello Stato. Infatti, categorie come gli anziani e le donne non avrebbero servizi di cura senza colf, badanti e tate straniere. Tutte queste contraddizioni rendono l’immigrazione, legata al lavoro, un fenomeno molto difficile da comprendere: il decreto flussi, per ora, non è riuscito a risolvere il problema del lavoro irregolare degli immigrati, perciò, bisognerà attendere nuovi interventi dello Stato.